Scuola Grande dei Carmini

La Scuola Grande dei Carmini: le origini

La Scuola nasce ufficialmente il 22 Settembre 1597 con il riconoscimento da parte del Governo della Repubblica. I confratelli erano già parecchie centinaia e le attività caritatevoli della Scuola dei Carmini avvenivano già da parecchio tempo ma, finalmente, se ne aveva l'ufficialità. 

Il nucleo antico delle scuole grandi era costituito dalle 6 scuole:
►Scuola grande di San Marco, 1261
►Scuola grande della Misericordia, 1261
►Scuola grande di San Giovanni Evangelista, 1261
►Scuola grande della Carità, 1261
►Scuola grande di San Rocco, costituita nel 1478 ed elevata a Scuola grande nel 1489
►Scuola grande di San Teodoro, costituita nel 1258 ed elevata a Scuola grande nel 1552

a queste si aggiunsero:
►Scuola di San Fantin o dei Picai elevata a Grande nel 1687
►Scuola della Beata Vergine del Santissimo Rosario, fondata nel 1575 e diventata Grande nel 1765

ed infine, ultima a diventare "Granda" è proprio
► Scuola dei Carmini, che diventa Scuola Grande nel 1767, pochi anni prima della caduta della Repubblica. 

scuola grande dei carmini

L'altare all'interno della Chiesa dei Carmini

A dimostrazione dell'attività della Scuola, prima della sua ufficializzazione, vi è la richiesta alla vicina Chiesa dei Carmini, nel 1591, di poter utilizzare un altare per le proprie cerimonie. 

Va precisato che nonostante tutti la conoscano come "Chiesa dei Carmini", questo nome è - al solito - un "nome volgare" datole dai Veneziani dato che la Chiesa è dedicata alla Beata Vergine Maria del Monte Carmelo.

Scuola Grande dei Carmini, altare nella Chiesa
Altare della Scuola all'interno della Chiesa

Il soprannome "dei Carmini" si applicherà anche alla Schola. 

Perché la Scuola dei Carmini?

La ragione che aveva indotto alcune persone, uomini e laici, a fondare una Scuola di devozione in Campo Santa Margherita sembra derivare dalla presenza di un'associazione di pie donne che aveva un diretto riferimento al monastero dei Carmini. Tale organizzazione, sebbene non storicamente ben documentata, era nota con la denominazione di "Pinzochere dei Carmini". 

La Chiesa dei Carmini: sulla sinistra la facciata secondaria della Scuola
La Chiesa dei Carmini: sulla sinistra la facciata secondaria della Scuola in pietra bianca


In considerazione del bassissimo ruolo della donna in quel tempo l'esistenza di una tale istituzione, organizzata e numerosa, è così straordinaria da risultare poco credibile. La documentazione ci dice che erano dedite a confezionare e vendere scapolari dedicati alla Beata Vergine del Carmelo. Gli scapolari venivano utilizzati dalle persone comuni, sotto agli abiti, per ottenere benefici spirituali e protezione dalle "sfortune". 

L'edificio della Scuola

Si ha documentazione che nel 1599 venne avviata una trattativa con i padri Carmelitani per avere in utilizzo un locale del convento adiacente alla Chiesa per l'esercizio delle proprie attività.

Chiostro dei Carmini
Il Chiostro dell'ex convento dei Carmini (ora liceo artistico). 


La Scuola chiese di poter ristrutturare quei locali aprendo una porta e due finestre, dando, quindi, accesso diretto dal campo dei Carmini. Ma la trattativa non si concluse, sembra per le richieste economiche eccessive da parte dei frati. 

Il pianerottolo dello scalone della Scuola
Il pianerottolo dello scalone della Scuola

Qualche anno dopo, nel 1625, la Scuola acquistava, dalla famiglia Bolani, una porzione di edificio, non lontana dalla Chiesa, che dava sul Campo di Santa Margherita. L'edificio era vecchio e di scarso pregio per cui fu abbattuto ed iniziarono le opere per la costruzione della nuova sede. 

Scuola grande dei Carmini, la sala capitolare
La sala capitolare della Scuola grande dei Carmini

I primi lavori 

La progettazione della Scuola fu affidata ad un tale Francesco Caustello, un tecnico edile e decoratore, poco conosciuto. Ma i lavori vennero subito interrotti per la terribile pestilenza che scoppia anche a Venezia in quegli anni e che provocherà la morte di un terzo della popolazione.

Della peste "manzoniana" del 1600 ho parlato qui.

 

Gli stucchi dello scalone
Gli stucchi dello scalone

A partire dal 1630 i lavori riprendono, si completano gli spazi esterni e quindi quegli interni. Nel 1644 l'ammontare di denari spesi per la Scuola ammonta a 35.000 ducati ed i lavori sono ormai quasi terminati, tanto che viene descritta come: "in buonissima perfezione come si vede, ne mancandovi altro che qualche abbellimento che alla giornata si anderà facendo". 

La Scuola grande dei Carmini: la sala capitolare
Un'altra bella immagine della sala capitolare nella Scuola Grande dei Carmini. 

Non era stata ancora completata la facciata principale esterna e non era ancora stato acquisito l'angolo, dove vi era una farmacia.

L'arrivo del Longhena

Una cospicua donazione da parte di un confratello consentirà, finalmente, l'acquisto anche dell'angolo dell'edificio, il suo restauro ed il completamento della facciata. Per questi lavori viene chiamato Baldassarre Longhena, uno dei più insigni esponenti del barocco Veneziano, il progettista della Chiesa della Salute

La sala dell'archivio, interessanti i pavimenti
I pavimenti più belli li troviamo nella sala dell'archivio

Malgrado i numerosi incarichi il Longhena accetta anche perché i lavori sembra si siano limitati al completamento della facciata secondo lo stile già utilizzato dal Caustello.

Un contratto con due tagliapietra Veneziani recita infatti: "si doverà seguitare il medesimo ordine, sia dalla parte davanti come dalla parte verso la chiesa".

Le due facciate della scuola grande dei Carmini

Le due facciate della Scuola

La facciata verso campo Santa Margherita è monumentale ed articolata su due ordini.
La seconda - che affaccia nel campo della Chiesa dei Carmini - è più modesta, su tre ordini e  condizionata dalle funzioni degli spazi interni. 

Scuola Grande dei Carmini
La facciata della Scuola verso il campo dei Carmini

 

Lo scalone all'interno della Scuola dei Carmini
Un'altra bella immagine dello scalone all'interno della Scuola dei Carmini

La Scuola grande dei Carmini a Venezia, i pavimenti