Chiesa dell'Abbazia della Misericordia

Chiesa Abbazia Misericordia

Chiesa dell'Abbazia della Misericordia

Nel piccolo e delizioso Campo dell'Abbazia della Misericordia, a fianco della vecchia Scuola della Misericordia, si affaccia la Chiesa di "Santa Maria de la Misericordia" anticamente detta anche Santa Maria in Val Verde.
Questo antico nome si deve al fatto che la chiesa ed il convento sorgevano in una zona di prati erbosi. 
La prima struttura della Chiesa risale al 936 anche se la facciata  è stata rinnovata nel 1650 da Clemente Molli, collaboratore del Bernini e del Longhena.

Facciata della Chiesa dell'abbazia della Misericordia
La facciata, opera dell'architetto Clemente Molli 

Storia della Chiesa

Secondo le cronache, bisogna risalire all'anno 936 per trovare le prime notizie di un insediamento di religiosi su quest'area isolata, circondata da barene e canali a basso fondale, aperta sulla laguna di Murano. Il progressivo interramento della zona e la definizione precisa dei canali e delle strade diedero all'insula una nuova configurazione urbana e ambientale strettamente collegata al resto della città.

Il Monastero e la Confraternita della Misericordia

Il monastero, che occupava il vertice dell'isolato determinato dalla laguna e dai due canali perpendicolari tra loro e intercomunicanti, si aprì al sistema viario cittadino, inserendosi in pari tempo nel insieme delle nuove strutture edilizie, quali le scuole e le case d'abitazione. Ma la storia architettonica dell'abbazia della Misericordia, chiamata inizialmente Santa Maria di Val Verde, si innesta fin dalla seconda metà del Trecento con quella della confraternita della Misericordia che qui eresse la propria scuola, l'ospedale e il complesso delle abitazioni. Pur mantenendo identità e fisionomia giuridico-amministrativa ben distinte, le due istituzioni finirono spesso per confondersi con prevalenza della scuola sul convento.

Le Fabbriche del Monastero

Le fabbriche del monastero si definirono intorno ai due lati interni di un non ampio spazio aperto sui due canali che costituisce ancor oggi il campo della Misericordia, caratterizzato dall'antica pavimentazione in cotto con mattoni a spina di pesce e pozzo nel mezzo. Il convento crebbe e si sviluppò, senza tuttavia raggiungere grande consistenza edilizia, a fianco della chiesa prospettante direttamente sul campo; intorno al chiostro sorsero le abitazioni dei monaci e uno spazio per il piccolo cimitero, mentre la parte retrostante ospitò bassi corpi di fabbrica ed orti fino a raggiungere il margine della laguna.

La Trasformazione della Chiesa

Contemporanea allo sviluppo dell'intero complesso edilizio fu la trasformazione della chiesa che nel XIII secolo venne completamente rinnovata rispetto alla preesistente struttura bizantina per assumere nuovo aspetto gotico con pianta ad una sola navata e facciata a capanna ornata da finestre e tondo centrale.

L'architetto della facciata 

Il bolognese Clemente Moli è l'autore della facciata, rinnovata tra il 1651 e il 1659. L'artista, seguace del Bernini, era giunto a Venezia verso il 1635, e si era presto inserito nell'ambiente artistico veneziano che subito lo apprezzò, soprattutto come scultore. In tale veste collaborò spesso con il Longhena nella realizzazione di numerose statue ad ornamento e completamento di facciate o di altari.
Lavorò per le chiese di Santa Giustina, di San Canciano, di San Pietro di Castello, e per la basilica di San Marco.
L'unica sua opera d'architettura documentata è appunto quella dell'abbazia in cui egli espresse motivi di chiara ispirazione berniniana.

Descrizione della facciata

Due ali a coronamento rettilineo con semplici finestre rettangolari nell'ordine inferiore e cornici marmoree in quello superiore fiancheggiano una parte centrale architettonicamente più elaborata. Le doppie lesene, su basamento in forte rilievo ornato da due statue a tutto tondo, corrono per tutta l'altezza e sostengono l'alto architrave dal forte timpano curvilineo al culmine del quale un'altra grande statua svetta solitaria.

Il busto in facciata

All'interno di questo spazio centrale, serrato e concluso, si inseriscono i diversi aggetti del grande arcone, del portale e del rosone, creando illusorie impressioni prospettiche. Sopra il portale il Moli collocò la lapide affiancata da due statue e il busto del senatore Gaspare Moro. Alla famiglia Moro era stato affidato fin dalla metà del Trecento lo juspatronato dell'abbazia, in virtù del quale le spettava di diritto la nomina del priore e l'amministrazione dei beni.

Una ristrutturazione felice

I veneziani, notoriamente restii ad accogliere con favore le novità, si entusiasmarono davanti alla facciata della Misericordia che giudicarono originale e apprezzarono per la sua sontuosità. Tale favore trova facile spiegazione nel fatto che la Repubblica, attratta dalla fama dell'artista, aveva ripetutamente chiamato a Venezia il Bernini, a cui si pensava in particolare di commettere la realizzazione dell'altar maggiore della basilica della Salute. Il Moli, riconosciuto seguace del maestro, godette di luce riflessa e trovò imitatori non solo nel campo della scultura, dove fu particolarmente attivo, ma anche in quello dell'architettura, nonostante lo si debba presumere autore di una sola opera.

Modifiche e Restauri nel 1800

Le profonde manomissioni che nell'Ottocento dovette subire la fabbrica gotica duecentesca hanno reso quasi irriconoscibili le antiche strutture interne, alterate dai restauri e spogliate delle originarie decorazioni. Inalterata è rimasta invece la struttura del campanile appoggiato al fianco sinistro della chiesa, con canna a doppie lesene e cella a trifore dai caratteristici archi in cotto alzati su piedritto e poggianti su capitelli a stampella in pietra d'Istria.

La caduta della Repubblica 

La chiesa ha perso da tempo le sue funzioni di edificio religioso: decretata la chiusura da Napoleone, a seguito delle tristi vicende della caduta della Repubblica, fu trasformata in magazzino.
Per un periodo tornò ad essere riutilizzata come edificio religioso fino ad essere ceduta a privati nel 1973. Ora viene aperta in occasione di esposizioni d'arte, come quella che mi ha permesso di fare le foto che trovate qui sotto. 

L'atmosfera nel campo dell'Abbazia della Misericordia

In questa zona i turisti sono rari e si gode del silenzio e del profumo della vicinissima laguna. Pregevole il pavimento del campo in antichi mattoni fatti a mano, uno dei pochi rimasti a Venezia (un altro è di fronte alla vicina Chiesa della Madonna dell'Orto). Le campiture di mattoni posati a spina pesce sono riquadrate da fasce di trachite.

Il pavimento del campo dell'Abbazia
Gli antichi mattoni del campo, posati a spina pesce e contornati in trachite

 

Avvenimenti recenti:la "moschea"

Nel 2015, in'occasione della Biennale, la Chiesa della Misericordia venne trasformata, da un artista Islandese, in una vera e propria Moschea tanto da essere utilizzata come luogo di culto dai tanti musulmani veneziani.  
L'artista islandese, tale Büchel, dichiarò che la scelta "in collaborazione con la comunità islamica veneziana" dichiarando che "l’iniziativa va in direzione della tolleranza".
Molti veneziani hanno, invece, definito questa operazione una provocazione in quanto non sono state esposte opere d'arte, ma si è trasformato un ex edificio religioso cattolico coprendo le croci presenti con tessuti e panneggi con versetti del Corano, posizionando l’ampio tappeto per la preghiera e posizionando il Mihrab che indica la corretta direzione della Mecca verso la quale i musulmani devono indirizzare le proprie preghiere.
Dopo alcuni giorni di polemiche la Prefettura di Venezia ha chiuso la "Moschea temporanea". 

Chiesa dell'Abbazia della Misericordia

Forse ti potrebbe interessare...