Codussi Mauro, Architetto

Mauro Codussi, architetto, la chiesa di San Michele

Codussi Mauro, Architetto, Biografia

Mauro nasce nel 1440 a Lenna, nella Val Brembana, territorio bergamasco, o meglio a 30 chilometri a Nord di Bergamo. È più giovane di Rizzo di 10 anni e ha all'incirca la stessa età di Pietro Lombardo

In giovane età si trasferisce prima a Rimini dove lavorò come muratore e tagliapietra e probabilmente a Ravenna, lavorando per Sant'Apollinare in Classe per i camaldolesi.
In questo periodo, grazie anche alle trasferte in Toscana, potè osservare le grandi architetture Riminesi e poi le opere toscane dell'Alberti e del Brunelleschi.

Nel 1468, su raccomandazione dei Camaldolesi di Sant'Appollinare in Classe, si trasferisce a Venezia - incaricato di una grande opera - e a Venezia rimarrà fino alla morte regalandoci stupende architetture, silenziose testimoni del suo spirito innovativo. 

Codussi: lo stile 

Quando il Codussi arriva a Venezia la città è preda del gotico veneziano ed ancora stentano a diffondersi le innovazioni rinascimentali.

Il Codussi sarà un pioniere e contribuirà non poco a portare una ventata di rinnovamento coniugando i principi rinascimentali con il patrimonio culturale locale ottenendo uno stile del tutto particolare ed unico. Le sue architetture sono di una bellezza emozionante.

Codussi, la Chiesa di San Michele in Isola a Venezia

Codussi: la Chiesa di San Michele in Isola (1468-1479)

La Chiesa sorge nell'isola di San Michele adibita a cimitero. Realizzata in bianca pietra d'Istria la facciata è tripartita con due livelli sovrapposti. Gli elementi più interessanti si trovano nel livello superiore e sono il frontone curvilineo e le due ali di raccordo alla parte inferiore, ornati con pregevoli decori a conchiglia nella parte interna dei bordi curvi. 

Chiesa di San Michele in Isola

Chiesa di San Michele in isola, architetto Codussi
La Chiesa di San Michele nell'isola cimitero di Venezia. 

Codussi: la Chiesa di San Zaccaria

La Chiesa di San Zaccaria si trova nei pressi di San Marco. Il Codussi ne curò il rinnovamento dato che la chiesa ha origini antichissime, attorno all'anno mille. L'edificio, ed il convento annesso, esistevano prima di Palazzo Ducale che, infatti, è stato eretto nel "brolo", cioè nell'orto, del convento, donato dalle monache alla repubblica.

 

La chiesa di San Zaccaria

Chiesa di San Zaccaria del Codussi

Come nella Chiesa di San Michele, a coronamento della chiesa viene posto un timpano curvo pregevolmente decorato con, anche qui, due ali che collegano il livello superiore a quello inferiore. Evidente la differenza tra le timide decorazioni del basamento, classico, e quelle più decise della parte superiore. Differenza dovuta, probabilmente, al passaggio di testimone tra il proto Antonio Gambello che iniziò l'edificazione dell'edificio sacro ed il Codussi che lo portò a termine. 

Codussi: la scuola grande di San Marco

La scuola grande di San Marco è oggi l'ingresso dell'ospedale civile di Venezia. Ma un tempo era la sede di una delle più importanti tra le scuole grandi. 

Molti artisti e architetti contribuirono alla realizzazione di quest'opera, tra questi fondamentale fu l'opera di Pietro Lombardo e del Codussi. Quest'ultimo completò la facciata e fece costruire lo scalone interno. 

Codussi Mauro architetto la scuola grande di san marco

 

Codussi: la chiesa di Santa Maria Formosa

I veneziani hanno ribattezzato la Chiesa dedicata alla "Purificazione di Maria" chiamandola Santa Maria Formosa. Il nomignolo si deve al fatto che Maria apparve in sogno a San Magno sotto forma di una matrona, di una signora "formosa". 

Il Codussi ne disegnò la struttura ma fece a tempo a vedere solamente l'inizio della costruzione degli interni. La facciata sul campo, che vediamo raffigurata qui sotto, è stata portata a termine da altri architetti di cui non è dato sapere il nome.

Mauro Codussi, architetto, chiesa di santa maria formosa

 

 

Codussi: torre dell'orologio e parte delle procuratie vecchie

In Piazza San Marco, nel cuore politico della Serenissima, mancava un orologio degno della città. Cosi, nel 1493 viene commissionata l'edificazione di un moderno edificio e contemporaneamente viene incaricato la bottega di orologiai Rainieri di Reggio Emilia di costruire il meccanismo che verrà installato nella torre. 

Marin Sanudo, storico e cronista del tempo, ci racconta che "adì 10 zugno 1496 fo dato principio a butar zoso le caze per far le fondamenta di un orelogio multo excelente".

Mauro Codussi, la torre dell'orologio

 

Il primo di Dicembre del 1496 il fonditore Simone Campanato ha fuso la grande campana mentre Ambrogio Dalle Ancore ha fuso, sempre in bronzo, due gigantesche figure, alte più di due metri e mezzo snodate all'altezza della vita e capaci di ruotare il torso e percuotere la campana. 

Le due statue in bronzo, una volta esposte alle intemperie, in breve tempo scuriscono e per i Veneziani, da allora, saranno "i mori" soprannominati Oliodoro, il vecchio e Migliabecco, il giovane. 

L'inaugurazione della Torre - la cui progettazione e realizzazione fu curata da Bartolomeo Bon in collaborazione con un tale "Moro Lombardo" che solo nel 1893 venne identificato in Mauro Codussi - avviene nel Febbraio del 1499 con il Doge Agostino Barbarigo, scolpito in ginocchio di fronte al leone di San Marco. 

I francesi di Napoleone, nella loro furia distruttiva, si scatenarono anche contro l'antica statua del vecchio Doge che venne abbattuta e scalpellata.

Le Procuratie Vecchie 

 

 

Mauro Codussi, torre dell'orologio: foto

Foto di Francesco Bianco

Codussi: la Chiesa di San Giovanni Crisostomo

Anche qui la firma del Codussi è evidente nella parte superiore della facciata. Il Codussi non fece a tempo a vederla realizzata anche se fu portata a termine dal figlio Domenico rispettando i disegni del padre. 

Mauro Codussi chiesa san giovanni grisostomo

Palazzo Vendramin Calergi, Venezia

Il Palazzo dove Wagner è vissuto e morto ha una mole monumentale che si affaccia sul Canal Grande e riporta due volte la scritta "non nobis domina, non nobis". Significa "non glorificare noi, signore, e sottintende che ad essere glorificato "sia il Tuo nome",  così terminava la frase.

Frase che era il motto del più potente ordine degli ordini militari nati dalle Crociate, quello dei Cavalieri Templari. Per questo era stato scelto dal proprietario del palazzo. 

Di Andrea Loredan si sa per certo che aveva un carattere pessimo ma che si intendeva d'arte al punto da aver commissionato a Mauro Codussi l'edificio più grande del Canal Grande (di allora). 

Palazzo Vendramin Calergi

Nel 1500, nella Pianta del de Barbari ancora non c'è traccia del Palazzo, per cui la costruzione dovette essere successiva, anche se risulta abitato già nel 1509. 
Il Loredan morì senza discendenti per cui il palazzo venne venduto e passò di mano in mano fino ad essere acquistato da Vettor Calergi.

La figlia Marina portò il palazzo in dote al marito, Vincenzo Grimani che affidò a Scamozzi la costruzione di una nuova ala del Palazzo, prospiciente il giardino.  Di testamento in testamento il palazzo finì nelle mani di Nicolò Vendramin che aggiunse il cognome del cugino Calergi al proprio.

Dopo la caduta di Venezia il palazzo passerà, per 160.000 lire austriache, alla duchessa di Berry, una delle amanti giovanili di Re Luigi XVI, il re ghigliottinato. Grazie alla duchessa (molto chiacchierata) il palazzo riprende vita, nonostante lei sia invecchiata ed ingrossata. 
La bella vita, però, ha un costo ed il figlio dovrà vendere l'intera pinacoteca di Palazzo per pagare i debiti e, infine, il palazzo stesso: la duchessa lascerà Venezia e non tornerà più. 

 

Forse ti potrebbe interessare...